mercoledì 18 novembre 2009

Kinh Thanh, "la Cittadella"

Sette di mattina, è ancora fresco, l’attività della città in pieno fermento. Con la bici mi incanalo nel traffico di uno dei ponti che attraversano il “Fiume profumato” (Song Huong) che passa da Hué, città del Vietnam centrale. I ponti collegano il resto della città alla Cittadella, una vasta aerea quadrata circondata da mura, scelta nel 1804 dai geomanti dell’imperatore per farne la sua residenza.
Secondo la geomanzia le opere dell’uomo andrebbero costruite in modo da essere in armonia con la natura, integrarsi nella bellezza dell’ambiente ed essere salutari per gli abitanti. Un lato del quadrato è costeggiato dal fiume, gli altri tre da canali. Con un altro ponte supero il fossato che circonda le mura ed imbocco uno dei passaggi che le attraversano. Ed ecco l’ingresso al recinto imperiale, il grande portone Ngo Mon: un tempo solo l’imperatore poteva passarvi, per i comuni mortali vi erano altri accessi. Ora qui c’è la biglietteria, oltre continua quest’affascinante percorso in cui sembra di essere in un gioco di scatole cinesi…. di passaggio in passaggio arrivo al cuore della Cittadella: Tu Cam Thanh, la “Città purpurea proibita”. Cittadella nella Cittadella nella Cittadella era riservata all’imperatore e alle sue concubine. Unico personale ammesso? Gli
eunuchi…

Dal 1993 la Cittadella è patrimonio dell’Unesco ed è ancora in fase di restauro dopo i danneggiamenti subiti durante le guerre e gli anni di abbandono in quanto considerata, nel Vietnam comunista, simbolo del potere feudale della dinastia Nguyen. Di diversi edifici non rimangono che le macerie.

Saccheggiandola dei beni più preziosi e bruciando i volumi della biblioteca imperiale, i francesi, dopo una battaglia nel 1885, hanno anche destituito l’imperatore del tempo per sostituirlo con uno più malleabile al loro dominio.
Nel 1968, invece, fu teatro di una delle più sanguinose battaglie dell’offensiva Tet, offensiva che determinò un punto di svolta, a favore dei nord-vietnamiti, nell’andamento della guerra. Durante le tre settimane e mezzo in cui i nord-vietnamiti ne mantennero il controllo furono giustiziate più di 2500 persone considerate “non cooperative”: soprattutto ricchi mercanti, impiegati governativi, monaci, preti, intellettuali.


Per riprendersi la città sud-vietnamiti e americani la bombardarono a tappeto. Negli scontri nelle strade che seguirono furono uccise circa 10.000 persone, soprattutto civili.
Sono seduta nei pressi dell’edificio che ospitava la sala di lettura dell’imperatore, l’unico completamente originale. Circondata da quelli che dovevano essere dei bei giardini, di tanto in tanto alzo gli occhi da queste letture che parlano di guerra, morte e distruzione. Il laghetto è pieno di fiori di loto. Sono sola, lo stormire delle foglie e l’incresparsi leggero dell’acqua quando una di esse vi cade sopra mi fanno compagnia. Di tanto in tanto il canto di un uccello.

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