giovedì 19 novembre 2009
Mannaggia non parlo vietnamita! Incontri…
Bici è… libertà!
mercoledì 18 novembre 2009
Kinh Thanh, "la Cittadella"
martedì 17 novembre 2009
Fra due mondi
Buy from me, buy from me!
sabato 14 novembre 2009
Dragone in mare!
Si arriva nella baia dove è incentrata la maggior parte dell’attività… visita alle grotte, sosta alla spiaggia, noleggio kayak, venditrici ambulanti di cibo, bevande, conchiglie e, per chi se la sente, camminata sulla cima di un monte per ammirare il paesaggio… beh, qui è proprio bello e, complice la salita a gradoni molto ripida, c’è poca folla.
Molti detti e modi di dire vietnamiti citano il dragone…
"Rồng gặp mây": "Il dragone incontra le nuvole" – quando ci sono delle condizioni favorevoli.
"Đầu rồng đuôi tôm": "Testa di dragone, coda di gamberetto” – qualcosa che parte bene e finisce male.
"Rồng bay, phượng múa": "Volo di dragone, danza di fenice” – per mostrare apprezzamento verso la calligrafia di qualcuno che scrive bene gli ideogrammi cinesi.
"Rồng đến nhà tôm": "Il dragone visita la casa del gamberetto” – un modo di dire usato dalla persona ospitante (un umile gamberetto) verso quella ospitata (un nobile dragone).
martedì 10 novembre 2009
Ho Chi Minh
domenica 8 novembre 2009
Sane abitudini
giovedì 5 novembre 2009
Fiume ronzante
giovedì 29 ottobre 2009
Hanoi
Ciao :) eccomi arrivata ad Hanoi! Su consiglio di amici grandi conoscitori dell'Asia (grazie Ciunti!!!) ho preso il mio alloggio temporaneo nel vecchio quartiere di Hanoi... nonostante i motorini abbiano in gran parte sostituito le biciclette è ancora possibile girare per le vie piene di gente e cose curiose al ritmo lento del "cyclo"!
mercoledì 28 ottobre 2009
River cinema
Un “orrore normale”
Mani che vedono
domenica 25 ottobre 2009
Mr. Top Vanna
venerdì 23 ottobre 2009
Angkor Wat
Lascio Angkor Wat percorrendo il lungo ponte di pietra che lo collega alla “terra ferma”. Mi soffermo a guardare i bambini che giocano in acqua, sfidandosi in tuffi acrobatici dalla riva a gradoni. Sullo sfondo il tempio enigmatico nella sua presenza attraverso i secoli e le vicende umane.
Angkor
Tuk-tuk
giovedì 22 ottobre 2009
Nel monsone
venerdì 4 settembre 2009
Un nuovo progetto...
giovedì 3 settembre 2009
Grazie...
A tutte le persone incontrate.
Alle esperienze vissute.
Alla vita.
Ritorno
Eccomi di nuovo a casa, in Italia. Spaesata.
I viaggi aerei hanno questo effetto su di me… il corpo sente la mancanza di qualcosa che non è ancora arrivato. E capita che di quel qualcosa una parte non arrivi più.
Un po’ come con le cartoline.
Alcune arrivano mentre altre, spedite nello stesso momento, nella stessa buca delle lettere, con lo stesso tipo di francobollo prendono altre strade.
Me lo sono sempre chiesto… che fine faranno le cartoline mai arrivate? Giacciono sconsolate e polverose in qualche deposito? Si è aperto il loro sacco e sono volate via nel vento? Chissà dove sono… fra le mani di un bambino che non parla la loro lingua oppure una cicogna le ha prese al volo e le ha usate per rinforzare il proprio nido?
Che siano a casa di un impiegato postale che colleziona le vedute più belle, o i francobolli più strani?
Magari non è un collezionista, è una persona molto sola, non ha amici, nessuno gli scrive mai, e allora si tiene quelle che hanno frasi che trasmettono amore e amicizia…
Lascio che queste cartoline disperse abbiano la loro vita…
Per le parti di me non ancora tornate è diverso… sarà attaccamento ma, a volte, sento che devo andare a cercarle… forse dipende se ne sento molto la mancanza, o dal luogo dove sono rimaste… e il Ladakh è uno di quei luoghi, almeno per me.
domenica 30 agosto 2009
Il Dalai Lama a scuola!
Humor sulle strade himalayane...
don't drive silly."
"I love you darling,
but not so fast."
"Don't be gama
in the land of lama."
"Speed thrills
but kills."
"If you don't slow down
you go down."
"Be Mr. late
than late Mr."
"Drive is risky
after whisky."
lunedì 24 agosto 2009
Strade
Attualmente il percorso per arrivare in Zankar è lungo ed accidentato... io ho impiegato quattro giorni, qualcuno ce la fa anche in due, su strade sterrate e sconnesse che spesso paiono più mulattiere che altro. Percorso che si fa solo d'estate, d'inverno lo Zanskar è praticamente isolato, a parte un trekking di una settimana sul fiume ghiacciato.
Chiedo a Sharif, l'autista di questo viaggio, cosa ne pensa delle nuove strade. Mi aspetto una risposta entusiasta, invece no. Dice che porterà confusione in Zanskar, Padum si ingrandirà e verranno meno turisti... come, dico io, meno turisti? Se sarà più facile arrivarci ne verranno di più...
No, mi risponde, i turisti in Zanskar vengono per camminare, se ci sono le strade niente più trekking appassionanti.
Penso che vorrei ritornare qui per fare un trekking, prima dell'arrivo delle strade e di un turismo differente...
Insegnamenti del Dalai Lama in Zanskar
L'ultimo giorno una novità... nei pentoloni è stato cotto il riso, i monaci ora lo rimestano con mani e bastoni a terra, su dei grandi teloni: stanno amalgamando al riso burro, albicocche secche e mandorle.
Ritorno fra la folla... sul palco ai piedi del Dalai Lama i lama più importanti e i cosiddetti "vip"... a terra, nelle immediate vicinanze, gli "sponsor", i monaci da una parte e le monache dall'altra, il settore per gli stranieri dove è possibile ascoltare la traduzione in inglese. Oltre, ovunque, la folla "normale", quella che più mi attira.
Intere famiglie... ci sono proprio tutti, dai piccolissimi allattati al seno o addormentati nella sacca sul dorso delle madri, agli anzianissimi, volti di cuoio inciso da mille rughe, il sorriso sdentato.
Ci sono ombrelli colorati per proteggersi dal sole e dalla polvere portata dal vento. Ci sono contenitori per il cibo e termos di the con cui ristorarsi.
Si alternano momenti di raccoglimento e preghiera ad altri più rilassati, di chiacchere e risate. E' tutto molto naturale, come se si stesse ascoltando qualcosa di già noto, magari reminescenze di vite passate...
Ovviamente, con questo mio girovagare, non ho seguito gli insegnamenti che in modo molto approssimativo... mi è arrivata, nel vento, questa frase: "Happiness comes from a good state of mind"... "La felicità proviene da un buon stato mentale"... facile, no? ;-)))
Fiori e colori
C'è dell'azzurro, del giallo.
Il bianco argentato di distese di stelle alpine dove pascolano yak e dzo (l'incrocio fra yak e mucca).
Fiori grandi, coltivati in ogni casa, in ogni monastero. Nei giardini, alternati, mischiati agli ortaggi. Ma basta anche un angolo in un muricciolo o una vecchia latta da usare come vaso e porre sul davanzale per creare un miracolo di colore in un mondo che altrimenti sarebbe solo sui toni minerali. Ho chiesto come fosse il Ladakh d'inverno. Mi hanno risposto: non c'è colore. Non c'è il verde di campi d'orzo e di grano, delle foglie di salici e pioppi. Non c'è l'arancio intenso delle albicocche mature, il rosso timido delle piccole mele, né l'arcobaleno dei fiori coltivati.
Arrivano allora in soccorso i colori brillanti ed intensi dei decori all'interno dei monasteri e delle case, quelli dei turchesi e dei coralli dei gioielli, degli abiti vinaccia ed arancio dei monaci, le bandierine di preghiera che alternano i cinque colori (giallo, rosso, verde, blu, bianco) che sventolano ovunque. Vibrazioni di pensieri positivi e di colore...
Zanskar
mercoledì 12 agosto 2009
Tibet Chidren Village
Fanno parte di un'associazione che sostiene una ventina di ragazzi della scuola, che mi invitano a visitare. La scuola si trova nel villaggio di Choglamsar, il villaggio dei rifugiati tibetani dove sorge anche la residenza del Dalai Lama, ad una decina di chilometri da Leh. La scuola occupa un'area molto estesa ed ospita, in modo residenziale, circa 1200 ragazzi, per lo più orfani di uno o entrambi i genitori, o figli di nomadi o di famiglie indigenti.
Sono rimasta molto colpita dall'organizzazione in piccoli nuclei. Circa venti bambini di età diverse vivono in una stessa casetta, i più grandi si occupano dei più piccoli, ma ognuno di loro ha un compito in modo da far funzionare la loro "famiglia", coordinata da una "mamma" che si occupa anche della preparazione del cibo per tutti. Le piccole stanze si affacciano su un salone centrale che dispone anche di un giardino d'inverno. Intorno un piccolo appezzamento di terreno di cui si occupano i bambini stessi. Minuscole oasi di verde nel deserto in cui far crescere fiori e verdure e giocare all'ombra di piccoli alberi.
La sera sono loro ospite in un ristorante di Leh: le signore hanno invitato i bambini dell'associazione a cena.. un'occasione per uscire dalla scuola!
I bambini aspettano che tutti siano serviti, poi alzano i piatti e cantano una canzone molto dolce.
Al termine della cena sistemano piatti e posate in modo che i camerieri siano facilitati nel loro compiti.
Una bella serata... la mattina il gruppo era partito per Delhi e anch'io mi sentivo un po' orfana...
Partenza per un'alta India..
Qui a Leh la loro mancanza...
Oracolo...
Nel pomeriggio del nove agosto una full immersion nella cultura popolare ladakha.
Lamaji, la nostra guida, ci conduce fra le stradine di Leh, entriamo nel cortile di una casa, ci invitano ad entrare in una stanzetta spoglia, a parte un altarino.
Entrano una signora un po' grossa e la sua aiutante.
Due casalinghe ladakhe, niente di più lontano dall'aurea di mistero che ci si immaginerebbe.
Preparano l'altarino: ciotole di riso, farina d'orzo, acqua, burro. Viene accesa una lampada.
La signora grossa inizia a mettersi i paramenti, aiutata dall'altra donna.
Esce. Rientra con un balzo, lanciando dei versi.
Inginocchiata davanti all'altarino incomincia a recitare mantra con una voce in falsetto... in una mano il tamburello sciamanico, nell'altra la campana e il dorje.
Si esprime in un ladakho misto ad un dialetto tibetano, ci dirà poi Lamaji.
E' "posseduta" dalla divinità.
E' ora il momento di rivolgerle delle domande. Lo facciamo tutti, uno per volta. Ci vengono messe delle khata sulle spalle. Sembra che le domande più adatte a ricevere una risposta soddisfacente siano quelle piu "pratiche" su cosa fare o non fare nel futuro.
Il momento più forte è quello della "guarigione": la sciamana succhia la malattia dalla pancia di una donna, sputando in un secchiello una copiosa saliva.
Il rito termina. La donna ritorna ad essere la placida casalinga, non ricorda quanto successo.
Ce ne andiamo, nel corridoio altre persone aspettano di essere ricevute.
E' stato sicuramente interessante ma siamo un po' perplessi...
Dalai Lama!
Ci siamo mischiati alla folla che aspettava di vederlo passare nel suo percorso dall'aeroporto alla residenza in Choglamsar, il villaggio di rifugiati tibetani.
Folla composta, silenziosa, in preghiera, vestita degli abiti migliori.
Dai piu' piccoli agli anziani tutti tenevano fra le mani una bianca khata (la tradizionale sciarpa bianca cerimoniale, simboleggiante purezza, compassione, buona volontà e buon auspicio). Qualcuno aveva anche fiori, rosari, mulini di preghiera, incensi.
Ogni folla ha una propria carica energetica... qui la sensazione era di pace e serenità.
Un'attesa in un clima piacevole e positivo.
E, all'improvviso, eccolo!
E' su una jeep di quelle comuni qui.
Incontriamo il suo sguardo.
Il suo viso, il suo sguardo, il suo sorriso si imprimono in noi, un ricordo più pregnante ed indimenticabile di qualsiasi fotografia.
Siamo commossi.
La folla, sempre compostamente, si disperde.
Noi con essa, grati del momento che ci è stato donato.